mercoledì 4 luglio 2012

Da un po di tempo mi assento, volutamente, da questo spazio virtuale.

Passando voglio lasciarvi due poesie , di un poeta a me caro fin dall'infanzia.  Chi di voi lo riconosce ?

Pallido palombaro cieco , sventurato fromboliere, scopritore perduto.





Canzone del maschio
e della femmina!
Canzone del maschio e della femmina!

Il frutto dei secoli, che spreme il suo succo

nelle nostre vene.



La mia anima si diffonde nella tua carne distesa

per uscire migliorata da te, il cuore si disperde

stirandosi come una pantera,

e la mia vita, sbriciolata, si annoda

a te come la luce alle stelle!



Mi ricevi

come il vento la vela.



Ti ricevo

come il solco il seme.



Addormentati sui miei dolori se i miei dolori

se i miei dolori non ti bruciano,

legati alle mie ali,

forse le mie ali ti porteranno,

dirigi i miei desideri, forse ti duole la loro lotta.



Tu sei l'unica cosa che possiedo

da quando persi la mia tristezza!



Lacerami come una spada

o senti come un'antenna!



Baciami,

mordimi,

incendiami,

che io vengo alla terra

solo per il naufragio dei miei occhi di maschio

nell'acqua infinita dei tuoi occhi di femmina!

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La canzone disperata
Il tuo ricordo emerge dalla notte in cui sono.

Il fiume riannoda al mare il suo lamento ostinato.



Abbandonato come i moli all'alba.

E' l'ora di partire, oh abbandonato!



Sul mio cuore piovono fredde corolle.

Oh sentina di rifiuti, feroce tana di naufraghi!



In te si accumularono le guerre e i voli.

Da te innalzarono le ali gli uccelli del canto.



Tutto hai inghiottito, come la lontananza.

Come il mare, come il tempo.

Tutto in te fu naufragio!



Era l'ora felice dell'assalto e del bacio.

L'ora dello stupore che ardeva come un faro.



Ansietà di nocchiero, furia di palombaro cieco,

torbida ebbrezza d'amore,

tutto in te fu naufragio!



Nell'infanzia di nebbia la mia anima alata e ferita.

Scopritore perduto, tutto in te fu naufragio!



Ti attaccasti al dolore, ti aggrappasti al desiderio.

Ti abbattè la tristezza, tutto in te fu naufragio!



Feci retrocedere la muraglia d'ombra,

andai oltre il desiderio e l'atto.



Oh carne, carne mia, donna che amai e persi,

te, in quest'ora umida, evoco e canto.



Come una coppa albergasti l'infinita tenerezza,

e l'infinito oblio t'infranse come una coppa.



Era la nera, nera solitudine delle isole,

e lì, donna d'amore, mi accolsero le tue braccia.



Era la sete e la fame, e tu fosti la frutta.

Erano il dolore e le rovine, e tu fosti il miracolo.



Ah donna, non so come hai potuto contenermi

nella terra della tua anima, nella croce delle

tue braccia!



Il mio desiderio di te fu il più terribile e corto,

il più sconvolto ed ebbro, il più teso e avido.



Cimitero di baci, c'é ancora fuoco nelle tue tombe,

ancora ardono i grappoli sbeccuzzati d'uccelli.



Oh la bocca morsa, oh le baciate membra,

oh gli affamati denti, oh i corpi intrecciati.



Oh la copula pazza di speranza e di vigore

in cui ci annodammo e ci disperammo.



E, la tenerezza, lieve come l'acqua e la farina.

E la parola appena incominciata sulle labbra.



Questo fu il mio destino e in lui viaggiò

il mio anelito, e in lui cadde il mio anelito,

tutto in te fu naufragio!



Oh sentina di rifiuti, in te tutto cadeva, che

dolore non spremesti, che dolore non ti soffoca.



Di caduta in caduta ancora fiammeggiasti

e cantasti.

In piedi come un marinaio sulla prua di una nave.



Ancora fioristi in canti, ancora prorompesti

in correnti.

Oh sentina di rifiuti, pozzo aperto e amaro.



Pallido palombaro cieco, sventurato fromboliere,

scopritore perduto, tutto in te fu naufragio!



E' l'ora di partire, la dura e fredda ora

che la notte lega ad ogni orario.



Il cinturone rumoroso dei mare cinge la costa.

Sorgono stelle fredde, emigrano neri uccelli.



Abbandonato come i moli nell'alba.

Solo l'ombra tremula si contorce nelle mie mani.



Ah più in là di ogni cosa. Ah più in là di ogni cosa.



E' l'ora di partire. Oh abbandonato! #

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Niente di chiaro

solo attimi e pensieri che fuggono dalla mia immaginazione

un anelito , un fremito e tanta voglia di pace



non un pensiero afoso che accalda la mia mente

non un pensiero glaciale che mi raffreddi  l'anima

solo un lungo silenzio interiore



Un sole tiepido che ti scalda la fronte

un ricordo estivo

un futuro incerto e impreciso



passa il tempo inesorabile

su un passato ormai lontano

e su un futuro che già è a compimento

un sussegursi di vite

che si intrecciano e si slacciano

in questa danza chiamata vita



con questa voglia di essere felici

con questa voglia di essere liberi

con l'unica vera voglia di esistere



Vivi per te e non morire per nessuno

ama per te e per il tuo amore

odia e vivi contro i nemici



non consumarti nel rancore

non crogiolare nell'amore

ma vivi per un domani migliore.

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