Da un po di tempo mi assento, volutamente, da questo spazio virtuale.
Passando voglio lasciarvi due poesie , di un poeta a me caro fin dall'infanzia. Chi di voi lo riconosce ?
Pallido palombaro cieco , sventurato fromboliere, scopritore perduto.
Canzone del maschio
e della femmina!
Canzone del maschio e della femmina!
Il frutto dei secoli, che spreme il suo succo
nelle nostre vene.
La mia anima si diffonde nella tua carne distesa
per uscire migliorata da te, il cuore si disperde
stirandosi come una pantera,
e la mia vita, sbriciolata, si annoda
a te come la luce alle stelle!
Mi ricevi
come il vento la vela.
Ti ricevo
come il solco il seme.
Addormentati sui miei dolori se i miei dolori
se i miei dolori non ti bruciano,
legati alle mie ali,
forse le mie ali ti porteranno,
dirigi i miei desideri, forse ti duole la loro lotta.
Tu sei l'unica cosa che possiedo
da quando persi la mia tristezza!
Lacerami come una spada
o senti come un'antenna!
Baciami,
mordimi,
incendiami,
che io vengo alla terra
solo per il naufragio dei miei occhi di maschio
nell'acqua infinita dei tuoi occhi di femmina!
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La canzone disperata
Il tuo ricordo emerge dalla notte in cui sono.
Il fiume riannoda al mare il suo lamento ostinato.
Abbandonato come i moli all'alba.
E' l'ora di partire, oh abbandonato!
Sul mio cuore piovono fredde corolle.
Oh sentina di rifiuti, feroce tana di naufraghi!
In te si accumularono le guerre e i voli.
Da te innalzarono le ali gli uccelli del canto.
Tutto hai inghiottito, come la lontananza.
Come il mare, come il tempo.
Tutto in te fu naufragio!
Era l'ora felice dell'assalto e del bacio.
L'ora dello stupore che ardeva come un faro.
Ansietà di nocchiero, furia di palombaro cieco,
torbida ebbrezza d'amore,
tutto in te fu naufragio!
Nell'infanzia di nebbia la mia anima alata e ferita.
Scopritore perduto, tutto in te fu naufragio!
Ti attaccasti al dolore, ti aggrappasti al desiderio.
Ti abbattè la tristezza, tutto in te fu naufragio!
Feci retrocedere la muraglia d'ombra,
andai oltre il desiderio e l'atto.
Oh carne, carne mia, donna che amai e persi,
te, in quest'ora umida, evoco e canto.
Come una coppa albergasti l'infinita tenerezza,
e l'infinito oblio t'infranse come una coppa.
Era la nera, nera solitudine delle isole,
e lì, donna d'amore, mi accolsero le tue braccia.
Era la sete e la fame, e tu fosti la frutta.
Erano il dolore e le rovine, e tu fosti il miracolo.
Ah donna, non so come hai potuto contenermi
nella terra della tua anima, nella croce delle
tue braccia!
Il mio desiderio di te fu il più terribile e corto,
il più sconvolto ed ebbro, il più teso e avido.
Cimitero di baci, c'é ancora fuoco nelle tue tombe,
ancora ardono i grappoli sbeccuzzati d'uccelli.
Oh la bocca morsa, oh le baciate membra,
oh gli affamati denti, oh i corpi intrecciati.
Oh la copula pazza di speranza e di vigore
in cui ci annodammo e ci disperammo.
E, la tenerezza, lieve come l'acqua e la farina.
E la parola appena incominciata sulle labbra.
Questo fu il mio destino e in lui viaggiò
il mio anelito, e in lui cadde il mio anelito,
tutto in te fu naufragio!
Oh sentina di rifiuti, in te tutto cadeva, che
dolore non spremesti, che dolore non ti soffoca.
Di caduta in caduta ancora fiammeggiasti
e cantasti.
In piedi come un marinaio sulla prua di una nave.
Ancora fioristi in canti, ancora prorompesti
in correnti.
Oh sentina di rifiuti, pozzo aperto e amaro.
Pallido palombaro cieco, sventurato fromboliere,
scopritore perduto, tutto in te fu naufragio!
E' l'ora di partire, la dura e fredda ora
che la notte lega ad ogni orario.
Il cinturone rumoroso dei mare cinge la costa.
Sorgono stelle fredde, emigrano neri uccelli.
Abbandonato come i moli nell'alba.
Solo l'ombra tremula si contorce nelle mie mani.
Ah più in là di ogni cosa. Ah più in là di ogni cosa.
E' l'ora di partire. Oh abbandonato! #
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Niente di chiaro
solo attimi e pensieri che fuggono dalla mia immaginazione
un anelito , un fremito e tanta voglia di pace
non un pensiero afoso che accalda la mia mente
non un pensiero glaciale che mi raffreddi l'anima
solo un lungo silenzio interiore
Un sole tiepido che ti scalda la fronte
un ricordo estivo
un futuro incerto e impreciso
passa il tempo inesorabile
su un passato ormai lontano
e su un futuro che già è a compimento
un sussegursi di vite
che si intrecciano e si slacciano
in questa danza chiamata vita
con questa voglia di essere felici
con questa voglia di essere liberi
con l'unica vera voglia di esistere
Vivi per te e non morire per nessuno
ama per te e per il tuo amore
odia e vivi contro i nemici
non consumarti nel rancore
non crogiolare nell'amore
ma vivi per un domani migliore.
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