venerdì 6 luglio 2012

L'amore, l'eterna danza tra UOMO e DONNA... due individui che si cercano spasmodicamente in nome di un'utopia che chiamiamo amore. Ma che come tutte le cose ha un inizio e una fine... e a ogni fine corrisponde un nuovo inizio... in un ciclo infinito e statico...

"Immobile guardo dal mio piedistallo le nuove generazioni che hanno ormai perso il senso dell'amore e della famiglia, convinte che l'amore sia solo quella fugace e fuggevole passione che si consuma in un ballo strettotra un locale e un letto, infine invece di maturare trasformano il sentimento in mero affetto e abbandonano così l'amore per la ricerca fugace di qualche inutile passione".

Se è vero che in ognuno di noi ci sono due persone (e credetemi quando vi dico che io ne sono la prova vivente) è pur vero che nella vita le situazioni che si presentano sono sempre le stesse.

Esistono sempre almeno due modi diversi per affrontarle e nessuno di questi è necessariamente il modo giusto. In ognuno di noi esiste il buono e il cattivo o se preferite l'agnello e il LUPO.

Il tema che oggi affronto, come omaggio a un amico 22enne, è l'amore perso...

Come ti avevo promesso, caro Wolfstein, ho scritto qualche parolina per te... senza pretese poetiche (perchè poeta non lo sono), con un po' di sentimento (dato che incredibilmente sembra che sia riemerso qualcosa nel mio cuoricino putrido e nero)... e se leggi quella in siciliano... fallo con un po' di ironia... quella a me non manca e non mi mancherà mai... comunque la seconda non l'ho scritta propriamente io... è stato
l'altro... quel tipo losco che si ubriacava, faceva a botte, e rischiava la vita sui mezzi... te lo ricordi?So che hai la testa sulle spalle... Quindi se ti dovessero venire idee strane e "l'altro" si dovesse far vedere dalle tue parti accompagnalo a casa mia che ci penso io, Ok?Forse sei la più grossa rottura di scatole che mi sia capitata tra i piedi...ma nonostante la differenza di età sei uno dei piu' cari amici che ho.Stai Su e beccati un po' della mia poesia; non sarò esattamente un neodecadentista ma come sai..."Dio è grande ma mancu Ndria Cugghiunia" (scusa, è l'altro... non riesco a tenerlo a bada).
Con Sincero Affetto

Andrea


Perdita...
 

Ti adoravo come una stella, e ora che mi hai lasciato ho il cuore pieno di tristezza.

Non fu per la tua effimera bellezza che mi protesi verso te, ma per quell'infuso interiore

che mi attraeva come una calamita.

Puoi forse chiamarlo amore? Non so se quello era, ma ora è certo

che sento una spada dentro al petto.

Ora ironicamente mi guardi, dal tuo piedistallo d'oro, mente da sotto, in ginocchio sui ceci,

io alzo un inno a te.

Compianto raccolgo le idee, scoprendo ahimè che nulla c'è da fare.

Come una nave che ha preso il largo mi lasci solo e a vele spiegate vai verso altri lidi.

Come un bravo capitano vorrei girare il tuo timone,

poterti far tornare indietro

per ancorarti per sempre al mio cuore.

Ma come potrei mai governare te, oh mia indomabile signora

che infine hai deciso di salpare l'ancora da sola?

Potrei dirti che starò qua ad aspettare

e che un tuo repentino ritorno per me sarebbe augurale.

Ma più ti guardo da lontano e più rifletto...

se non mi ami più il tuo ricordo sarà per me un diletto.

Inutile sperare nel ritorno...

quando per perdere un amore basta un Giorno...

"di Andrea"

Mi lassasti

Stasira sugnu pinsirusu...

lassatu e scutrummatu...

mi sentu ursu e umbrusu

avia na zita bedda e duci duci

e ora su du ionna chi non vidu luci.



Mi dici picchi sulu mi lassasti?

di nzutti e di minkiati mi lavasti...



lassai na bedda figghia pi du ionna

e appena mi vutai...

truvai na gran buttana senza gonna...



parraumu di figghi e matrimoniu,

ristaru i me cugghiuna a pinzimoniu...



putia pinzari mai chi mi lassavi?

Tri anni sunnu longhi di passari

e già pinsava chi t'avia spusari.



pinsava di na casa e di tri figghi

e uora mi ristaru tri sbadigghi...



Vo sapiri di cosa mi nni pentu?

o grann' amori e Grandissima iarusa..

mi pentu di non lassariti Curnuta.



Di fimmini e d'amuri non vogghiu cchiù parrari.

Mi restunu li sordi, ambiviri e i buttani.

"di NDRIA U BASTASI"

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