Con l’aiuto di WIKIPEDIA riporto qualche interessante notizia sulla storia di TAORMINA e CASTELMOLA a dimostrazione che non sono solo posti dove si va per divertirsi ma rappresentano una delle piu’ importanti pagine culturali della nostra Sicilia. Dal 1861 a oggi la ridente cittadina è passata da 2926 abitanti a 10780.Sull'origine di Taormina (Tauromenion, Tauromenium) molte sono le notizie, ma incerte per documentazione e poco attendibili.Diodoro Siculo nel 14° libro attesta che i Siculi abitavano la rocca di Taormina, vivendo di agricoltura e di allevamenti di bestiame, già prima dello sbarco dei greci di Calcide Eubea nella baia di Taormina (832 a.C.), dove alle foci del fiume Alcantara, fondarono Naxos (odierna Giardini Naxos),la prima colonia greca di Sicilia. Dionisio di Siracusa di origine dorica, tollerò per un po' la presenza degli jonici di Calcide Eubea a Naxos ma poi mosse contro di essi che andarono adoccupare il Monte Tauro in, cui vivevano i Siculi insieme ad altri jonici che si erano precedentemente lì insediati da Naxos. Ma negli anni della XCVI Olimpiade (396 a.C.)i nassioti in massa , minacciati da Dionisio, tiranno di Siracusa, si trasferirono a Tauromenion , spinti da Imilcone, condottiero dei Cartaginesi, alleato degli jonici contro i dorici, perché il colle era da considerarsi fortificato per natura. Volendo il tiranno di Siracusa riprendersi con violenza il territorio dei Tauromenitani, essi risposero che apparteneva loro di diritto, poiché i propri antenati greci ne avevano già preso possesso prima di loro stessi, scacciando gli abitatori locali.Afferma Vito Amico che la suddetta versione sulle origini di Taormina fornita da Diodoro è contraddetta nel 16° libro, quando sostiene che Andromaco, dopo l'eccidio di Naxos del 403 a.C., radunati i superstiti li convince ad attestarsi nel 358 a.C. sulle pendici del vicino colle "dalla forma di toro", e di conseguenza il nascente abitato prese il nome di Tauromenion, toponimo composto da Toro e dalla forma greca menein, che significa rimanere.Mentre le notizie fornite da Cluverio concordano con la seconda versione di Diodoro, Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dai Zanclei e dai Nassi. Ciò chiarirebbe in qualche modo l'affermazione di Plinio il quale afferma che Taormina in origine si chiamava Naxos.Testimone Diodoro Siculo, Taormina, governata saggiamente da Andromaco, progredisce, risplendendo in opulenza e in potenza. Nel 345 Timoleone da Corinto, sbarca e raggiunge Tauromenium, per chiedere l'appoggio militare al fine di sostenere la libertà dei Siracusani.Più tardi troviamo Taormina sotto il dominio del tiranno siracusano Agatocle, che ordina l'eccidio di molti uomini illustri della città e manda in esilio lo stesso Timeo, figlio di Andromaco. Anni dopo soggiace a Tindarione e quindi a Gerone, anch’essi tiranni Siracusani.Taormina rimane sotto Siracusa fino a quando Roma, nel 212 a.C., non dichiara tutta la Sicilia provincia Romana. I suoi abitanti sono considerati alleati dei Romani e Cicerone, nella seconda orazione contro Verre, accenna che la Città è una delle tre Civitates foederataee la nomina "Urbs Notabilis ". In conseguenza di ciò non tocca ai suoi abitanti pagare decime o armare navi e marinai in caso di necessità.Nel corso della guerra servile (134 – 132 a.C.) Tauromenium è occupata dagli schiavi insorti, che la scelgono come caposaldo sicuro. Stretti d'assedio da Pompilio, resistono a lungo sopportando anche la fame e cedendo soltanto quando uno dei loro capi, Serapione, tradendo i compagni, lascia prendere la roccaforte.Nel 36 a.C. nel corso della guerra fra Sesto Pompeo ed Ottaviano, le truppe di quest’ultimo sbarcano a Naxos per riprendere la città a Sesto Pompeo che l'ha in precedenza occupata. Per ripopolare Tauromenium, dopo i danni della guerra subita, ma anche per presidiarla Ottaviano, divenuto Augusto, nel 21 a.C. invia una colonia di Romani, a lui fedeli, e nel contempo ne espelle gli abitanti a lui contrari.Strabone parla di Tauromenion come di una piccola città, inferiore a Messana e a Catana. Plinio e Tolomeo ne ricordano le condizioni di colonia romana.Con l'avvento del Cristianesimo, San Pietro destina a Taormina il Vescovo Pancrazio, che già prestava la sua opera di conversione nella regione che costruisce la prima chiesetta sulle pendici di Taormina dedicata a San Pietro stabilendo la sede del primo Vescovato in Sicilia . Vescovi "prestantissimi per santità di costumi, zelo e dottrina", scrive Vito Amico, si succedono fino all'età Araba. Poche sono le notizie in questo lasso di tempo, che annovera la caduta dell'Impero Romano d'Occidente nel 447 d.C., l'invasione dei Goti, la presenza dei Bizantini, la conquista Araba. Certo è che Taormina, occupa una posizione strategica importante per la tenuta militare del territorio circostante, per 62 anni fu l'ultimo lembo di terra dell'Impero Romano d'Oriente insieme a Rometta e più volte resistette agli assalti dei saraceni ( grazie alle sorgenti d'acqua potabile, alle cisterne ed agli acquedotti sotterranei ), sin quando dopo un lungo assedio durato due anni la notte del Natale del 906 d.C., a causa del tradimento di un mercenario messinese tale Balsamo, fu presa e distrutta totalmente. I suoi abitanti maschi furono tutti decapitati come il Vescovo di Taormina, San Procopio , la cui testa fu portata su un piatto d'argento al capo delle truppe saracene Ibrahim ( al quale è persino intestata una via di Taormina). Le ragazze più belle furono portate al Califfo di Karaujan Al Moezzin e le altre furono rese schiave. I pochi superstiti fuggirono nelle montagne circostanti. La città fu ricostruita nella parte sud, laddove finiva quella greca-romana rasa al suolo dai saraceni e per quasi due secoli visse nella concordia e nella tolleranza fra arabi e cristiani. Gli arabi la abbellirono adornandorla di bei giardini e fontane e la ribattezzarono con il nome di Almoezia dal Califfo Al Moezzin.Della città si impossessa il Gran Conte Ruggero, il quale espugnato Castronovo volge alla conquista del Valdemone, cingendo d'assedio la Città, attraverso la costruzione di ben ventidue fortezze in legname: tronchi e rami formano un muro insuperabile; nondimeno i saraceni resistono per molto tempo prima di capitolare nel 1078.Taormina diviene Città Demaniale, compresa nella Diocesi prima di Troina e poi di Messina, quando la sede Vescovile viene qui trasferita.Segue le vicende della Sicilia, sotto gli Svevi e poi sotto gli Aragonesi. Nel 1410 il Parlamento Siciliano, il più antico d'Europa, svolge a Taormina la sua storica seduta, al Palazzo Corvaja alla presenza della regina Bianca di Navarra, per l'elezione del re di Sicilia , dopo la morte di Martino II.Nelecolo XVII Filippo IV di Spagna concede il privilegio che la Città appartenga stabilmente alla Corona.Nel 1675 è assediata dai francesi, che occupano Messina. La storia gloriosa volge al suo declino. I francesi di Casa D'Orleans non la ritengono Città importante. Gli Angioini ne aboliscono i privilegi di cui godeva.Con l'occupazione delle truppe napoleoniche di Napoli e del Sud e con il trasferimento della Reggia Borbonica a Palermo,Re Ferdinando I di Sicilia volle ringraziare Taormina per la sua fedeltà ai Borboni contro i francesi e Re Ferdinando in visita ufficiale nella fedele Taormina , in segno di riconoscimento donò al sindaco dell' epoca Pancrazio Ciprioti l'Isola Bella. I Borboni ,resero più facile l'accesso alla città ,che sin dai tempi dei romani avveniva dall'angusta Consolare Valeria che si inerpicava fra le colline, tagliando il promontorio del Catrabico realizzando così una strada litoranea che congiungeva facilmente Messina a Catania e realizzando,dopo la Napoli-Portici ,la seconda strada ferrata del Regno.Che tale e quale (ad unico binario è rimasta sino ai nostri tempi!).Da parte di molte nazioni europee e di famosi scrittori ed artisti (Goethe, Maupassant, Rouel ed altri) si manifestò un interesse verso l'amenità del luogo e verso le sue bellezze archeologiche. Taormina da adesso in poi si svilupperà, divenendo luogo di residenza del turismo elitario, inizialmente proveniente soprattutto dall'Inghilterra come Florence Trevelyan , figlia del Barone Edward Spencer Trevelyan e la cui nonna paterna era Lady Maria Wilson una prima cugina della Regina Vittoria, alla cui Corte Florence era cresciuta attorniata dai cani che adorava come la "zia Vittoria" che, però ,Lei puritana ,per impedire uno scandalo a Corte ,la obbligò all'esilio con un ricco vitalizio, per una sua relazione con suo figlio, il Re Edoardo VII che era sposato con l'austera Alessandra di Danimarca e che decise di vivere a Taormina dove sposò il ricco filantropo Prof. Salvatore Cacciola, sindaco di Taormina ed amico del Duca di Kent. Lady Florence Trevelyan acquistò dal sindaco Pancrazio Ciprioti l'Isola Bella ed edificò lo splendido giardino che, dopo la sua morte, divenne il giardino pubblico di Taormina con le caratteristiche costruzioni ispirate ai suoi viaggi in estremo oriente,spronò i La Floresta ad ampliare il primo albergo di Taormina, l' Hotel Timeo; dall'Inghilterra arrivò anche il Re Edoardo VII(dopo due anni, però, dalla morte della madre la Regina Vittoria nel 1903,1904,1907,1908) e dalla Germania personaggi come Johann Wolfgang von Goethe, che citò Taormina nel suo Viaggio in Italia (Italienische Reise), il fotografo barone Wilhelm von Gloeden, il pittore Otto Geleng , il Kaiser Guglielmo II(1896-1897-1904,1908),Oscar Wilde, lo Zar Nicola I,Ignazio Florio e Donna Franca Florio,amica della Trevelyan,Gabriele D'Annunzio,Klimt,Freud, e banchieri, magnati, aristocratici di tutto il mondo . [1]Ben presto Taorminadi venne famosa in tutto il mondo sia per le sue bellezze paesagistiche, per i suoi panorami variopinti, per i quadri dell'Etna innevata e fumante che declina sino al mare turchese e che fecero il giro del mondo, ma anche per la sua permissività,per la sua "trasgressione", per la sua "dolce vita" . Ciò che era permesso a Taormina creava scandalo persino nella "internazionale" Capri dove l'armiere tedesco Krupp aveva cercato, senza riuscirvi di ricreare i "cenacoli taorminesi " in cui efebi locali ed ancelle erano al centro delle "scene". Krupp a Capri fu travolto dallo scandalo e pochi giorni dopo si tolse la vita per la vergogna a Brema.Sorsero tanti alberghi tutti gestiti da famiglie taorminesi. Il paese di pescatori e contadini e di benestanti borghesi si trasformò in un paese di commercianti, albergatori, costruttori. Durante la seconda guerra mondiale fu sede del Comando tedesco della Wermacht per cui il 9 luglio del 1943, giorno del patrono San Pancrazio, Taormina subì due devastanti bombardamenti aerei alleati che distrussero parte dellazona sud e persino un'ala del famoso albergo San Domenico in cui era in corso una riunione dell'alto comando tedesco.Essendo un città turistica internazionale molte spie inglesi durante il fascismo si erano ben camuffate e uscirono alla scoperto appena entrarono le truppe alleate. Nel dopoguerra Taormina si ingrandì , senza alterare le proprie bellezze naturali e sino al 1968 era una città turistica prettamente invernale per un turismo ricco ed individuale, tant'è che i migliori alberghi aprivano ad ottobre e chiudevano a giugno ed era frequentata da scrittori di fama come Roger Peyrefitte,Truman Capot,Andrè Gide,L.H.Lawrence,da nobili Giuliana d'Olanda, dai reali di Svezia e di Danimarca, dal Presidente della Finlandia Kekkonnen da personaggi illustri e famosi Soraya, Ava Gardner, Liz Taylor,Richard Burton, Dino Grandi, Willie Brandt, Greta Garbo, che svernavano per mesi nei bei alberghi taorminesi socializzando con i tanti amici del luogo.Nel 1968 il terremoto del Belice fece paura per le ripersussioni che avrebbe avuto sul turismo ad alcuni operatori turistici taorminesi che si indirizzarono verso il turismo di massa facendo contratti con i maggiori tours operators europei. Taormina rapidamente si trasformò. Gli alberghi "vendevano " a contratto annuale i posti letto ai tours operators rinunziando al turismo individuale che sino allora aveva reso ricca e famosa Taormina con un taglio decisamente di prestigio. Col turismo di massa nacquero nuovi alberghi, e tante nuove attività commerciali e siccome i taorminesi non si volevano dedicare ai lavori umili, vi fu una invasione dall'arretrato entroterra di gente in cerca di lavoro, che in poco tempo, richiamò a Taormina amici e parenti che si improvvisarono albergatori, ristoratori, commercianti.Taormina divenne una cittadina balneare e gli alberghi chiudevano a novembre per riaprire a Pasqua. Fu il crollo per tante famiglie di antichi albergatori taorminesi che in pochi anni persero i propri alberghi acquistati da società venute da fuori. Fu una rivoluzione anche nel tessuto economico sociale tradizionale di Taormina a causa dei tanti immigrati arrivati a Taormina in cerca di fortuna , che non solo dettero vita alla speculazione edilizia avendo necessità di costruire abitazioni per essi, per gli amici e per i parenti, ma si insediarono anche nelle strutture di potere della città. Fu la fine anche della "dolce vita" taorminese, i cui protagonisti erano stati tanti affascinanti personaggi della aristocrazia siciliana e alcuni play boy locali che , fra le dolcezze della natura taorminese, intrattenevano turiste famose e non, inducendole a ritornare più volte a Taormina, proprio come avveniva agli albori del secolo con Geleng e Von Gloeden.Taormina veniva, quindi, "spersonalizzata" , veniva "cementificata" , si svalorizzava la propria immagine e rischiava di morire,come tante altre famose città turistiche,a causa del turismo di massa e "mordi e fuggi " , sin quando, all'inizio del terzo millennio, alcuni imprenditori non hanno iniziato a creare nuovamente alberghi di gran lusso, maisons de charme, che, aperti tutto l'anno, hanno in poco tempo, fatto si che Taormina sia una città turistica di fama internazionale, elegante, con un salotto buono (il Corso Umberto I) in cui sono presenti splendidi negozi con le maggiori griffe mondiali ed in cui, grazie anche ai tanti prestigiosi eventi culturali , una per tutte, Taormina Arte , vi è una stagione turistica che dura tutto l'anno con delle punte massime in agosto e minime a gennaio-febbraio e che accoglie sia clientela di lusso , sia turismo di massa (d'estate).Il piccolo centro vicino Taormina è Castelmola. Myle era il nome della città antica Castelmola deriva dal castello normanno che sovrasta il centro abitato e dalla forma della rocca su cui si trova, vagamente somigliante ad una mola di pietra (la macina del mulino).•396 a.C., i Siculi sostituiscono le antiche mura di pietre a secco con più validi bastioni, in previsione di un attacco di Dionisio, tiranno di Siracusa, che conquista la città nel 392.• 263 a.C., Gerone di Siracusa ottiene da Roma la legittimazione a governare. Alla sua morte, nel 214, Myle si mantiene fedele a Roma.• 902, il feroce Ibrahim, principe di Cairouàn, fa breccia nelle fortificazioni, devasta la città, fa strage degli abitanti ed esce poi da Myle per la porta che da allora è detta "dei Saraceni".• 1078, Ruggiero il Normanno sconfigge gli Arabi e li caccia dalla Val Demone, costruisce un nuovo abitato intorno al castello e lo fortifica. E' in questo periodo che il borgo comincia a chiamarsi Mola. Quando gli Svevi subentrano ai Normanni, Mola li appoggia contro gli Angioini. Nel 1282 gli Angioini sono cacciati dalla rocca e la popolazione si schiera con gli Aragonesi. I secoli seguenti sono difficili per gli abitanti, oppressi dal malgoverno spagnolo che li sottopone a pesantissimi prelievi fiscali, sacrifici e rinunce d'ogni genere.• 1738, Castelmola entra a far parte del Regno delle Due Sicilie.• 1860, l'esercito borbonico è in fuga e la popolazione vota l'annessione al Regno d'ItaliaLa citta' ha saputo risorgere in maniera caparbia ed orgogliosa dalle distruzioni avvenute ad opera di Dionisio, nel 392 A.C., e degli Arabi, nel 902. Attualmente la citta' comprende circa 1.156 abitanti.Dal punto di vista culturale ricordiamo innanzitutto i resti cinquecenteschi del Castello. Dal punto di vista sacro, la citta' va ricordata per la Chiesa intitolata a San Giorgio, probabilmente d'origine seicentesca. Al suo interno si possono ammirare, ad esempio, la seicentesca tela raffigurante "La Madonna del Rosario con Santi Domenicani e Francescani" e quella sempre seicentesca raffigurante "Il Padre Eterno ed Immacolata".La Parrocchiale intitolata a San Nicolo' di Bari e' stata edificata su un preesistente edificio sacro del quale si conservano ancora l'altare ed il pulpito in noce intarsiato, entrambi d'origine settecentesca. Nella sagrestia, tra l'altro, si possono ammirare la cinquecentesca tela raffigurante "La Madonna in trono col Bambino tra San Rocco e San Michele" e la settecentesca tela raffigurante San Michele.
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